Mal d’orecchio invernale: cause e rimedi

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La stagione invernale si presta ad essere il periodo più critico per le nostre orecchie, perché le basse temperature molto spesso sono causa di dolore e di infezioni virali.
Il mal d’orecchio invernale è causato dalla presenza di una grande quantità di nervi sensitivi nella parte esterna dell’orecchio. Questi nervi sono molto sensibili ai cambiamenti esterni, soprattutto quando si parla di cambiamenti di temperatura.
Il dolore viene generato dalla stimolazione diretta del freddo alle vie nocicettive situate all’interno del padiglione auricolare, del canale uditivo e della membrana timpanica che segnalano un cambiamento della pressione differenziale, con conseguente mal d’orecchio, senso di ovattamento e vertigini.

Come prevenire il mal d’orecchio invernale?
Per poter prevenire il mal d’orecchio invernale o per evitare spiacevoli inconvenienti, è necessario seguire questi pratici consigli:

  • Utilizzare un cappello di lana o un paraorecchie quando si esce;
  • Tenere sempre le orecchie asciutte;
  • In caso di dolore, non utilizzare gocce auricolari troppo fredde.
  • Se a seguito di un forte mal d’orecchio non riesci a percepire bene i suoni che ti circondano, puoi prenotare un controllo gratuito presso uno dei nostri centri acustici.

Otoliti e vertigini

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Gli otoliti sono minuscoli cristalli di ossalato di calcio inglobati in una matrice gelatinosa contenuta nell’endolinfa dell’orecchio interno, quella zona del nostro orecchio deputata, tra le altre cose, al nostro equilibrio. Essi hanno la funzione di stimolare le cellule ciliate quando il nostro corpo cambia posizione, queste ultime inviano segnali al cervello informandolo delle nostre variazioni di spazio. Questi “sassolini” a causa di traumi che coinvolgono l’orecchio interno, infezioni o interventi chirurgici , possono staccarsi e viaggiare nei canali semicircolari dell’orecchio, dando luogo a alla vertigine posizionale parossistica benigna.

Cosa determinano gli otoliti con il loro movimento?
La sensazione indotta dalla VPPB è una vertigine intensa e improvvisa, che insorge generalmente quando si passa da una posizione distesa a una posizione eretta, e viceversa; generalmente di durata breve, anche di pochi secondi. Capita di avvertirla anche di notte, quando si cambia posizione in direzione del lato dell’orecchio coinvolto. Ciò avviene perché, appunto, nel muoversi a seguito di un nostro movimento, gli otoliti inviano impulsi più violenti ai sensori, che a loro volta li trasmettono al cervello. Sebbene non si tratti di una patologia grave, la vertigine posizionale parossistica spaventa sempre molto chi ne soffre, per il suo esordio improvviso e violento e perché la sensazione di malessere e rotazione che provoca è molto intensa, ma il paziente non riesce a comprenderne la causa.

Tra i sintomi secondari della malattia si evidenziano: nistagmo (movimento involontario degli occhi), nausea, vomito, tachicardia, ma generalmente nessun problema uditivo. Tuttavia, in rari casi, in particolar modo quando è interessato il canale laterale, è possibile rilevare anche un’ipoacusia neurosensoriale e acufene, ma il meccanismo che porta all’insorgenza di questi disturbi è ancora sconosciuto.

Diagnosi e terapia per la vertigine da otoliti
La diagnosi di VPPB viene effettuata durante una visita ORL attraverso la rilevazione dei sintomi. In genere si adotta un trattamento differente rispetto a quello previsto per qualunque altro tipo di vertigine, perché si ritiene che trattandosi di un problema di natura meccanica l’uso di farmaci antivertiginosi sia essenzialmente inefficace. In genere lo specialista procede alla cosiddetta manovra liberatoria, che consiste nel far eseguire al paziente alcuni movimenti della testa e del corpo che seguono una loro sequenza specifica, allo scopo di indurre gli otoliti ad uscire dall’ampolla in cui sono incastrati. Questo, nel caso in cui la manovra si riveli efficace, comporta per il paziente un’altra momentanea vertigine (vertigine liberatoria), una sensazione di rotazione inversa rispetto a quella che avverte abitualmente, che però consiste con la fuoriuscita degli otoliti. Tuttavia, non sempre questa manovra va a buon fine: solitamente occorre una rieducazione che non viene effettuata esclusivamente dallo specialista, infatti si suggeriscono al paziente anche esercizi che egli può svolgere a casa. Normalmente, il problema si risolve in un paio di settimane, ma in alcuni casi anche prima.

Nei casi in cui non si riesca a far fuoriuscire gli otoliti attraverso le manovre, si ricorre all’intervento chirurgico. Prima dell’intervento è necessario che il paziente effettui nuovi esami di approfondimento: ad esempio, una risonanza magnetica dell’encefalo per escludere che qualche altra causa possa aver determinato il disturbo, una visita del fisiatra per accertare che non si tratti, in realtà, di una vertigine posturale o un intervento di un odontoiatra per verificare che la vertigine non dipenda da patologie dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare).

Se pensi che la VPPB ti abbia causato problemi di udito, puoi recarti in uno dei nostri centri per effettuare un controllo gratuito.

Quanto conta l’udito per la comunicazione dei più piccoli?

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La scuola è ormai iniziata e per molti bambini comincia un nuovo percorso fatto di apprendimento e socializzazione.

Durante il periodo scolastico l’udito risulta essere fondamentale per lo sviluppo cognitivo e comunicativo dei più piccoli. Questo percorso diventa complicato quando il bambino ha un problema di tipo uditivo, poiché la lezioni diventano difficili da seguire e non si riesce a comunicare con i compagni.

Cosa fare?
Innanzitutto è utile conoscere il grado di perdita uditiva del bambino. Sulla base delle specifiche esigenze, si dovrà provvedere alla progettazione di un piano educativo individuale che garantisca al bambino normali tempi e processi di apprendimento.

Apparecchi acustici
Le scuole di oggi richiedono ai bambini di essere multitasking. Hanno quindi bisogno di usare il computer, di capire ciò che dice l’insegnante e di partecipare a lavori di gruppo ed inoltre ci sono molte attività extrascolastiche da fare! Quindi ottenere apparecchi acustici adeguati alle esigenze uditive di un bambino ipoacusico risulta indispensabile. Gli apparecchi acustici con la tecnologia wireless integrata, possono rappresentare la miglior soluzione per l’apprendimento scolastico dei bambini con problemi uditivi poiché consentono un ascolto e un dialogo migliore con l’insegnante in luoghi molto rumorosi come le aule.

Tecnologia a scuola
Negli ultimi anni, inoltre, la tecnologia ha contribuito a rendere le lezioni più dinamiche, interattive e multidisciplinari. Ovviamente, quindi, all’interno di un progetto educativo per il bambino ipoacusico, è di fondamentale importanza la presenza di un supporto tecnologico. La LIM (Lavagna Interattiva Multimediale), ad esempio, ha scalzato il predominio del canale verbale come unico strumento di comunicazione didattica, contribuendo a privilegiare percorsi di insegnamento arricchiti da contenuti visivi.

Tuo/a figlio/a ha un calo uditivo? Prenota un controllo uditivo gratuito in uno dei nostri centri acustici!

Controllo dell’udito: perché molte persone lo rimandano?

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Chi lavora nel mondo dell’audioprotesi sa dell’importanza del test uditivo, di quanto esso sia semplice da svolgere e fondamentale per prevenire qualsiasi deficit dell’efficienza uditiva.

Eppure per tantissime persone esso non è “solo un controllo dell’udito”, bensì costituisce un ostacolo, qualcosa da temere e, dunque, da rimandare il più possibile. Questo è certamente sbagliato e deleterio per la propria salute, ma ci sono ragioni molto precise.

Cosa spinge le persone a rimandare il test uditivo?
Innanzitutto la perdita di udito si manifesta in modo graduale, con il passare del tempo, e non è sempre evidente. Essa non ha sintomi tangibili e spesso induce a considerare l’ipotesi di un test uditivo solo quando la sua insorgenza è già avvenuta da tempo. La maggior parte delle persone, ad esempio, inizia con una perdita uditiva nelle prime frequenze, continuando a sentire bene in quelle basse; ciò significa che in un primo tempo può non accorgersi di nulla.

In secondo luogo, pur avendo preso coscienza della propria perdita uditiva, una persona può avere un blocco di tipo psicologico. È facile respingere un problema potenziale se non si è pronti ad affrontarne la possibilità. In media, possono trascorrere anche dieci anni prima che il paziente decida di sottoporsi a un test e correre ai ripari, e in dieci anni la perdita uditiva ovviamente si aggrava.

La perdita uditiva, poi, per tanti anni è stata assimilata alla vecchiaia o peggio al declino cognitivo della persona. Liberarsi di questo cattivo retaggio appare ancora molto difficile all’interno della società: le persone temono che il controllo dell’udito le induca a dichiarare ufficialmente il proprio deficit uditivo e vivono tutto ciò come un handicap insormontabile. Tutto ciò, in realtà, sortisce l’effetto contrario: perché la principale causa di declino cognitivo è proprio la perdita uditiva non trattata.

Un altro aspetto influente, infine, è quello relativo alle persone che “subiscono” la perdita uditiva. Spesso quest’ultima si costituisce come un problema più per le persone care a chi ne soffre, che per la persona stessa, che spesso neanche si accorge del suo deficit. Banalmente, se non riusciamo a sentire qualcuno che ci sta chiamando, quando finalmente avvertiamo il nostro nome, lo sentiamo per la prima volta. È lui ad averlo pronunciato più volte, e, dunque, a subirne la “frustrazione”. Per questo molte persone che soffrono di una perdita uditiva non capiscono perché chi interagisce con loro parli a voce alta o si mostri impaziente di essere ascoltato; ma sono proprio queste difficoltà di comunicazione a pregiudicare le relazioni delle persone che soffrono di una perdita uditiva e a condurre all’isolamento.

Se tu (o una persona a te cara) ti puoi identificare con quanto descritto sopra, non esitare a contattarci per prenotare il tuo controllo gratuito dell’udito. Rimandare non ti aiuta a risolvere i problemi di udito!

Come ottenere l’apparecchio acustico con le agevolazioni economiche

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Uno dei problemi che ostacola coloro che dovrebbero utilizzare un apparecchio acustico all’acquisto dello stesso è il costo elevato. L’acquisto di un apparecchio acustico comporta costi davvero alti, ma un modo per ottenerlo in maniera agevolata o pari a zero c’è e passa attraverso le agevolazioni ASL.

Le categorie richiedenti
Le categorie alle quali viene riconosciuto il diritto alla fornitura agevolata o gratuita dell’apparecchio acustico attraverso l’ASL sono:

  • I pazienti con ipoacusia superiore ai 65 dB nell’orecchio migliore;
  • I pazienti con ipoacusia inferiore ai 65 dB, ma portatori anche di altre patologie certificate che raggiungano in cumulo 1/3 di invalidità (34%);
  • I minori con qualsiasi grado di ipoacusia.
  • Gli invalidi di guerra e di servizio.
  • I ricoverati in strutture sanitarie accreditate, pubbliche e private.
  • Gli apparecchi acustici
  • Di solito gli apparecchi acustici forniti sono quelli standard, ma il cliente può scegliere, in accordo con l’audioprotesista, un apparecchio tecnologicamente ed esteticamente più sofisticato rispetto a quello previsto dal Sistema Sanitario Nazionale e sostenere il costo del conguaglio sempre grazie alle agevolazioni ASL.

Come ottenere le Agevolazioni ASL
Per ottenere un apparecchio acustico gratuitamente o in maniera agevolata è necessario recarsi dal proprio medico di base. Esso concederà l’impegnativa per una visita ORL. Successivamente, lo specialista (otorinolaringoiatra, audiologo o audiofonologo) sottoporrà il paziente a tutti gli esami necessari poi, in base alla prescrizione medica, l’audioprotesista redigerà il preventivo di spesa.

Se dovessero subentrare condizioni d’invalidità, dopo la visita occorrerà presentare tutta la documentazione all’Unità Ospedaliera Protesica del distretto sanitario dell’ASL di residenza, per ottenere l’autorizzazione e recarsi poi nei centri convenzionati. Dopo la verifica di conformità dell’apparecchio preventivato, l’ufficio competente concederà ed invierà l’autorizzazione entro 20 giorni. In caso di silenzio dell’ASL, trascorso tale termine, l’autorizzazione s’intende concessa.

L’audioprotesista consegnerà l’apparecchio acustico entro 30 giorni dall’autorizzazione e fornirà al soggetto richiedente, sulla base delle sue esigenze uditive, tutti i consigli utili per ottenere delle prestazioni ottimali.

Al momento della consegna dell’apparecchio acustico, il paziente firmerà una dichiarazione di ricevuta che dovrà essere consegnata all’ASL entro 3 giorni.

Il paziente dovrà tornare, entro 20 giorni dalla consegna dell’apparecchio acustico, dallo specialista che ha prescritto l’apparecchio per effettuare il collaudo.

Il collaudo
Durante il collaudo verrà verificata la congruenza clinica dell’apparecchio acustico. Qualora dovessero esserci difetti di conformità, il fornitore dovrà portare l’apparecchio acustico in linea con le esigenze uditive del paziente. Se il collaudo non dovesse avvenire entro 20 giorni, il fornitore sarà autorizzato a procedere alla fatturazione dell’apparecchio acustico.

Il rinnovo della certificazione
Dopo 5 anni, l’ASL può decidere se concedere o no un nuovo apparecchio acustico. Sono previsti casi di rinnovo anticipato se cambiano le condizioni cliniche del paziente e nei casi di smarrimento o non riparabilità dell’apparecchio acustico malfunzionante.

Per i dispositivi forniti ai minorenni non sono previsti termini di rinnovo perché i ragazzi o i bambini, vista la giovane età, hanno bisogno di una sostituzione, o modifica dell’apparecchio acustico, con cadenze temporali più brevi.

TRT: la terapia per acufeni

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La terapia per acufeni conosciuta come TRT è un tipo di approccio che consente in un certo qual modo di affrontare il problema eliminando in tutto od in parte la percezione effettiva e cosciente dell’acufene. A prescindere dalle cause, questa terapia è effettivamente capace di gestire questo sintomo trasformandolo da un problema serio e grave ad una condizione quasi del tutto irrilevante e quasi del tutto impercettibile nella vita quotidiana

Come funziona la terapia per acufeni?
La TRT, comunemente associata all’uso di mascheratori auricolari configurati per coprire determinati livelli sonori, è un protocollo applicativo molto complesso che deriva da precedenti studi particolarmente consolidati sui riflessi condizionati. Il punto focale di questo approccio è una consulenza medica e non psicologica, che viene associata ad una terapia sonora il cui scopo è innalzare l’attività di base dei neuroni uditivi con lo scopo di ridurre la percezione dell’acufene.

Ma come si articola questo protocollo internazionale del TRT?
1. Valutazione iniziale

è una fase importante del trattamento e ha lo scopo di modificare il modo in cui il paziente considera il proprio acufene, attraverso una demistificazione del tinnitus finalizzata a neutralizzare le associazioni emozionali negative.

2. Valutazione clinica

terapie chirurgiche e trattamenti medici già effettuati, esclusione di eventi patologici che possono manifestarsi con acufeni

3. Valutazione audiologica

Esami strumentali otorino generali (esame audiometrico tonale e vocale, DPOAE, impedenzometria, Loudness Discomfort Level) e specifici per l’acufene

4. Diagnosi e categorie di trattamento

Di fondamentale importanza nel TRT è l’esatta valutazione del paziente per attuare una classificazione appropriata: infatti la scelta del trattamento è basata sulla categoria nella quale il paziente viene inquadrato.

5. Terapia di sostegno (counselling)

La terapia di sostegno, parte essenziale del processo riabilitativo nei confronti degli acufeni è sempre una terapia individuale, mai di gruppo.

6. Terapia del suono (fitting counselling)

Alla terapia di sostegno viene affiancata la terapia del suono mediante applicazione e messa a punto del generatore di suono, fornendo al paziente spiegazioni sul suo corretto utilizzo.

7. Follow up counselling

Terapia di sostegno attraverso controlli del paziente a distanza nel tempo.

I tappi di cerume e come rimuoverli

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Il cerume si forma genericamente in modo ordinario nelle orecchie delle persone. Se però non viene rimosso da molto tempo o ne viene prodotto in alta quantità potrebbe portare a fastidiose conseguenze: i tappi di cerume.

Ma procediamo con il giusto ordine.

Cos’è il cerume?
Il cerume è una normale ed antisettica sostanza oleosa che ci aiuta a proteggere e tenere pulite le nostre orecchie.
Gli studi di questa sostanza, come riportato da wikipedia per esempio, parlano proprio del fatto che serva a mantenere “la superficie del condotto stesso umida e morbida, aiutandone la pulizia e la lubrificazione, e, grazie al suo pH acido, svolge attività antibatterica”.

Incredibile vero?
Di solito inoltre viene espulso da solo ed in piccole quantità all’esterno del canale uditivo grazie al movimento della mascella.
E’ importante però aver ben presente che va rimosso se:

  • hai una perdita uditiva, mal d’orecchio, acufene o vertigini. Queste condizioni potrebbero essere causate proprio da un tappo di cerume.
  • il cerume ha composto un vero e proprio tappo che impedisce allo specialista di esaminare completamente l’orecchio.
  • se usi l’apparecchio acustico ed il cerume influisce negativamente sul loro funzionamento.

Bene, allora come rimuoverlo se forma i tappi di cerume?

  • La prima cosa da fare è fissare un appuntamento con il tuo medico di base segnalandogli la questione, questo è il punto più importante. Tra le varie soluzioni potrebbe prescrivervi delle gocce per l’orecchio per sciogliere la cera, in questo caso potrebbe uscire dall’orecchio da sola.
  • Se il blocco non si scioglie, potrebbe essere necessario doverlo rimuoverlo. Per questo viene solitamente utilizzato un dispositivo chiamato irrigatore che lava la cera dall’orecchio con acqua tiepida. Questo metodo però non è adatto per le persone che hanno un timpano perforato.
  • In alternativa quindi uno Specialista può rimuovere la cera dall’orecchio usando strumenti medici specifici per risucchiarlo, scioglierlo o ridurlo. E’ importante, quando la situazione è grave, rivolgersi ad un otorino laringoiatra.

È sempre importante inoltre tener ben presente questo: mai utilizzare cotton fioc per rimuovere il cerume. L’inserimento potrebbe peggiorare la situazione spingendo il tappo di cerume ancora più in profondità.

Cos’è l’acufene?

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L’acufene è una fastidiosa sensazione uditiva che riguarda circa il 15% della popolazione adulta. Consiste in continui fischi e ronzii che possono divenire incessanti ed incidere sull’umore, sul sonno e sulla vita di chiunque ne soffre.

Lesioni dell’orecchio esterno, medio e interno possono comportare acufeni: otite media acuta, tappi di cerume, presbiacusia, trauma cranico, uso di farmaci tossici per l’apparato uditivo. Il trattamento dell’acufene risulta ancora difficile, ma tuttavia esistono rimedi che consentono di alleviare questa fastidiosa sensazione.

5 utili consigli per alleviare l’acufene

  • Adottare uno stile alimentare sano. Una corretta dieta incide molto sull’acufene infatti, ad esempio, bisognerebbe eliminare o ridurre il consumo di sale, dolcificanti artificiali, cibi molto grassi, caffeina e alcool, potrebbe portare dei miglioramenti;
  • Evitare l’esposizione in ambienti rumorosi ed utilizzare tappi o paraorecchie per proteggersi da suoni fastidiosi;
  • Fare attenzione ai farmaci che si assumono. Molti di essi possono essere ototossici e possono essere la causa dei continui ronzii.
  • Ascoltare suoni di sottofondo rilassanti. Tra questi suoni, quelli che consentono all’udito di alleviare i continui rumori sono i suoni bianchi provenienti dal mare, dalla pioggia;
  • Consultare uno specialista per determinare l’origine dell’acufene. La causa dell’acufene non è necessariamente legata all’apparato uditivo ma potrebbe anche derivare da cause esterne come rumori di origine vascolare e muscolare trasmessi per via ossea, in grado di stimolare il recettore cocleare tale da far percepire il continuo fischio o ronzio.

Sottoponiti ad una visita per scoprire le cause dei fastidiosi ronzii e le possibili terapia per affrontare l’acufene.

Se hai problemi di udito, prenota un controllo gratuito.

Come proteggere il tuo udito al lavoro

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Il rumore è uno dei principali elementi che mette a rischio la salute uditiva dei lavoratori continuamente esposti a suoni eccessivi.
Il danno uditivo correlato ai rumori non si manifesta in tempi brevi ma progressivamente, comportando, spesso, conseguenze irreversibili. Pertanto è davvero necessario prevenire nel modo giusto adottando particolari dispositivi per la protezione dell’udito come otoprotettori o cuffie.

Ogni lavoratore in base al suo settore dovrebbe essere dotato di dispositivi individuali per la prevenzione dei danni causati all’udito. I lavoratori più esposti a tali suoni sono:

Addetti ai cantieri: lavorano in un ambiente sottoposto a rumori e vibrazioni davvero assordanti. Sarebbe opportuno prevenire eventuali conseguenze dannose con l’adozione di cuffie antirumore ad alta protezione che garantiscano un elevato livello di attenuazione proprio in ambienti estremamente rumorosi come questi.

Addetti alla pista di atterraggio aereoportuale: si occupano delle operazioni di decollo e atterraggio degli aerei e anche per tale categoria sono necessari dispositivi che consentano di attenuare i danni causati dall’eccessivo rumore. Ad esempio potrebbero essere impiegate delle cuffie protettive che aiutino a ridurre l’esposizione a questi livelli di suoni elevati generati dai motori degli aerei.
Addetti al settore musicale: la musica influenza l’udito di tutti e non solo di chi partecipa ad eventi e concerti. Anche chi si occupa del settore musicale, come Dj e radiofonisti, è costretto all’ascolto di suoni forti e tuttavia può essere sottoposto ad eventuali danni d’udito. Quindi, è importante adottare misure adeguate per evitare che si verificano conseguenze irrecuperabili.

Se hai problemi di udito, prenota la tua visita gratuita.

Come pulire gli apparecchi acustici

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Gli apparecchi acustici sono dispositivi che necessitano di cura e manutenzione nel tempo.

Pulire gli apparecchi acustici ogni giorno è un’abitudine da acquisire obbligatoriamente per una buona manutenzione. Gli apparecchi acustici, infatti, possono guastarsi, come qualsiasi dispositivo essi hanno un ciclo di vita di circa 5 anni, ma una corretta pulizia e la cura costante possono aiutare ad prolungarlo.

Come effettuare quotidianamente la pulizia degli apparecchi acustici?

  • Non usare mai alcool, solventi o detergenti per la pulire gli apparecchi acustici. I prodotti di cura specifici sono acquistabili direttamente nel centro acustico: salviettine, spray, panno, etc.
    I produttori di apparecchi acustici hanno progettato filtri per proteggere i ricevitori in caso di apparecchi acustici RIC e ITE. Almeno una confezione di questi filtri viene fornita al momento dell’acquisto del dispositivo. L’uso corretto dei filtri proteggerà il ricevitore e consentirà all’apparecchio acustico di funzionare correttamente il più a lungo possibile.
  • Le cause principali di guasto degli apparecchi acustici sono l’umidità e il cerume che entrano nei ricevitori o nei microfoni. Eliminare in tempo gli accumuli di cerume dai componenti, ricorrendo anche ad una pulizia approfondita da parte dell’audioprotesista, allunga la vita dell’apparecchio acustico.
  • Pulire gli apparecchi acustici al mattino. Aver rimosso l’apparecchio acustico per tutta la notte consente al cerume di asciugarsi, dunque sarà più semplice rimuoverlo.
  • Per le specifiche del tuo dispositivo leggi accuratamente le istruzioni, perché differenti modelli, forme e componenti possono richiedere operazioni differenti.
  • Visitare periodicamente il centro acustico affinché l’audioprotesista possa pulire gli apparecchi acustici in modo più approfondito.

Se hai bisogno di assistenza, prenota un appuntamento gratuito in uno dei nostri centri acustici!